I nuovi limiti e cause di esclusione dal regime forfetario sarebbero in vigore dal 2020.

Chi nel 2019 ha superato questi limiti è fuori dal regime forfetario già dal 1° gennaio 2020.

Con un chiarimento arrivato a margine di un convegno organizzato il 23 gennaio dall’Anc, il sottosegretario all’Economia, Cecilia Guerra, ha detto che le modifiche al regime forfettario introdotte dalla legge di Bilancio 2020 sono già in vigore.

Non si applicano, cioè, i principi dello Statuto del contribuente – come invece avanzato in alcune interpretazioni nei giorni scorsi – in quanto non si tratta di nuovi adempimenti.

Ma le perplessità sull’applicazione immediata delle nuove strette non mancano, infatti con un comunicato stampa di ieri 28 gennaio 2020 ANC e ADC (Associazione Dottori Commercialisti) hanno chiesto un intervento chiarificatore immediato dell’Agenzia delle Entrate.

 

La vicenda

Ci si riferisce alla modifica introdotta dalla legge di Bilancio 2020, che ha previsto un restringimento del sistema forfettario. Per goderne, in sostanza,vengono imposti due requisiti ulteriori, oltre a quello del limite dei 65mila euro.

In primo luogo non aver sostenuto spese oltre i 20mila euro lordi per lavoro accessorio, collaboratori, dipendenti e così via. In secondo luogo non vantare redditi da lavoro dipendente superiori ai 30mila euro.

 

I dubbi

I dubbi si erano addensati soprattutto sulla seconda disposizione. Si sosteneva infatti che la nuova ipotesi di esclusione non fosse immediatamente applicabile, in quanto confliggente con quanto espresso dallo Statuto dei contribuenti.

In particolare con la parte che prevede come “in ogni caso, le disposizioni tributarie non possano prevedere adempimenti a carico dei contribuenti la cui scadenza sia fissata anteriormente al sessantesimo giorno dalla data della loro entrata in vigore o dell’adozione dei provvedimenti di attuazione in esse espressamente previsti”. Ci si chiedeva quindi se la disposizione fosse immediatamente applicabile o no, dato che occorreva un controllo a consuntivo per verificare, al dicembre 2020, il superamento del limite.

Per venire incontro a tutti quei contribuenti che non sono certi di non aver oltrepassato i 30mila euro di redditi da lavoro dipendente, e che potranno verificarlo solo con la Certificazione unica di marzo, il sottosegretario aveva accennato alla possibilità di accettare quale verifica del limite dei 30mila euro anche la somma dei cedolini o buste paga targati 2019. «Possibilità che – sempre secondo Villarosa – potrebbe essere “ufficializzata” con un’apposita circolare».

Si spera che le prime risposte arrivino già domani, nel corso di Telefisco, l’incontro organizzato dal Sole24 ore tra l’amministrazione e la stampa specializzata.

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